Cara Alessandra, come è logico aspettarsi, la gravidanza in pazienti con malattie neurologiche come l’epilessia deve essere monitorata con maggiore attenzione e coordinamento tra neurologo e ginecologo per modulare, se necessario, la terapia farmacologica. Detto questo, e sempre in linea generale, ti ricordo che la parto analgesia epidurale consiste nell’iniezione di anestetici locali a livello delle radici spinali lombari (se vuoi puoi trovare una descrizione della metodica in questo sito nella sezione “parliamo di”) e quindi al di fuori del sistema nervoso centrale, questo significa che, di norma, non c’è controindicazione alla partoanalgesia epidurale nelle pazienti epilettiche e quindi a maggior ragione in quelle che come te ne hanno solo sofferto in passato.

Cara Eleonora, probabilmente ti riferisci a quella che oggi chiamiamo rottura intempestiva delle membrane che consiste nella apertura del sacco amniotico e relativa fuoriuscita di liquido prima che sia iniziato il travaglio vero e proprio e che il collo dell’utero abbia cominciato a dilatarsi. Secondo tradizione questa fuoriuscita precoce di liquido preludeva ad un parto più complicato e doloroso (asciutto quindi con maggiori attriti e sforzi) e ancora oggi si trova traccia persino su internet di rimedi, decotti, brodi per partorienti, che avevano lo scopo di reintrodurre i liquidi persi. Oggi sappiamo che la rottura intempestiva delle membrane in una gravidanza a termine non comporta di per se alcuna maggiore difficoltà nel partorire e di solito precede di poche ore l’inizio del travaglio, d’altra parte una volta che l’ambiente isolato del bambino viene in contatto con quello esterno esiste il pericolo che possano penetrare dei germi patogeni, bisogna quindi instaurare (in regime di ricovero) una opportuna terapia antibiotica che metta al riparo da questo pericolo, monitorare il benessere fetale, e solo in caso di mancato travaglio a distanza di tempo prendere in considerazione la possibilità di stimolarlo farmacologicamente. Quindi in buona sostanza il cosiddetto “Parto Asciutto” non esiste come complicanza del parto fisiologico, ma si tratta invece di una situazione molto frequente, facilmente gestibile, e che non comporta rischi significativamente aumentati per la mamma e per il bambino.

Il Toxoplasma Gondii è un protozoo che si sviluppa nel gatto ma che può essere presente nelle carni di molti animali anche in quelle normalmente consumate a tavola. Nell’adulto provoca una infezione di poco conto ma può invece, in gravidanza, essere causa di danni anche gravi all’embrione e al feto. Il gatto si infetta attraverso l'ingestione di carne di topi, uccelli ed altri animali, i parassiti si moltiplicano nel suo intestino e vengono eliminati con le feci. Se tu sei risultata non immunizzata per la toxoplasmosi devi seguire delle importanti ed elementari norme igieniche, intanto dovresti mangiare solo carne ben cotta, tra gli insaccati puoi consumare quelli cotti come prosciutto cotto e mortadella, evitare il contatto con carni crude e maneggiarle con i guanti, lavare bene frutta e verdura prima di consumarla, usare guanti di gomma per i lavori di giardinaggio ed evitare il contatto con oggetti e materiali potenzialmente contaminati da feci di gatto, sarà inoltre opportuno effettuare periodicamente il controllo sierologico per le IgG e le IgM specifiche per la toxoplasmosi fino al parto, preferibilmente presso lo stesso laboratorio di analisi cliniche.

Cara maria il monitoraggio cardiotocografico è un esame che si esegue routinariamente dalla 37° sett. di gestazione fino a termine di gravidanza. Si tratta di un esame non invasivo e non doloroso. si esegue applicando un trasduttore ad ultrasuoni sull'addome materno nel punto in cui il cuore fetale viene ascultato con l'intensità massima ed un altro sempre sull'addome materno a livello del fondo uterino per registrarne il livello di contrazione. In condizioni normali l'esame dura almeno 25 minuti e serve per la registrazione continua dell'attività cardiaca fetale, e fornisce informazioni relative al variare della frequenza del cuore del bimbo al trascorrere del tempo; più in generale ci da notizie utili ad accertare il benessere del piccolo all'interno dell'utero.

Nel tuo caso sembra proprio trattarsi di coliche gassose che sono un fenomeno molto frequente e diffuso, sono dovute alla presenza di bolle di gas che distendono l'intestino del neonato provocando dolore, sono di fatto innoque e tendono a scomparire intorno al 3/4 mese. Si manifestano con un pianto inconsolabile e il piccolo stiracchia nervosamente le gambe. Puoi dargli da bere un infuso a base di tiglio e finocchio e puoi massaggiare delicatamente e con movimenti circolari il pancino oppura la sciena tenendola a pancia in giù. Ricordati però che se persistono per più di due ore oppure se dovesse comparire anche del vomito è opportuno contattare il tuo pediatra.

Certo, anzi è importante che di una risorsa così preziosa come il latte materno non ne vada sprecata nemmeno una goccia. Ti consiglio però di seguire queste accortezze: Per conservare il latte spremuto bisogna innanzitutto preparare un contenitore pulito e sterilizzato. Conservare nel contenitore solo il latte necessario per una poppata. Il latte può essere conservato in frigorifero per 24 ore e nel congelatore per 3 mesi. Riscaldare a bagnomaria, mai su fiamma diretta o nel microonde e non ricongelare o conservare il latte precedentemente riscaldato.